domenica 2 dicembre 2007

Il combustibile delle termiti

Com'è noto, i biocombustibili sembrano una soluzione immediata e praticabile al problema energetico su scala planetaria (soprattutto per sostituire i carburanti esistenti), ma ne creerebbero subito un altro: per essere prodotti in quantità sufficienti, si dovrebbe coltivare un'estensione talmente ampia di terreno da mettere in seria crisi l'approvvigionamento alimentare mondiale. Inoltre, tali coltivazioni sarebbero impiantate principalmente nelle aree povere del pianeta, quelle dove lo sfruttamento intensivo dell'agricoltura non ha ancora saturato il territorio.
Per questo urge trovare altre soluzioni eticamente corrette nei confronti di chi non ha un adeguato sostentamento nutrizionale. Una possibile soluzione viene da uno studio che prende ad esempio il sistema adottato dalle termiti per produrre l'energia necessaria a sopravvivere.
Riportiamo qui la notizia data dal sito Le Scienze.

Il problema più grave posto dallo sviluppo dell'attuale generazione di biocombustibili è che per ottenere una buona conversione enzimatica in etanolo della materia prima, bisogna ricorrere a risorse agricole che hanno anche una destinazione alimentare. Per ovviare a questo inconveniente, che ha già suscitato aspre polemiche, si stanno studiando processi alternativi che consentano lo sfruttamento diretto della cellulosa, ossia di una materia priva di interesse alimentare. Finora tuttavia i processi di questo tipo individuati sono alquanto complessi e difficili da trasportare su una scala industriale.

Un passo in avanti su questa strada potrebbe però venire dalle termiti. L'intestino di questi insetti - che in molte regioni del globo provocano ogni anno danni per miliardi di euro - è suddiviso in diversi compartimenti, nei quali sono ospitate specifiche comunità di microbi. Ognuna di queste colonie ha il compito di convertire i polimeri del legno, in zuccheri, che possono poi essere fermentati in combustibile.

Ora - come è riportato in un articolo pubblicato su "Nature" - un gruppo internazionale di biologi è riuscito a sequenziare e analizzare il codice genetico di questi microbi, compiendo un passo chiave verso la possibilità di riprodurre su scala industriale quanto avviene, con grande efficienza, nel microscopico bioreattore che è l'intestino della termite.

I ricercatori, in particolare, hanno analizzato circa 71 milioni di "lettere" del codice genetico dei fibrobatteri (che degradano la cellulosa) e dei treponemi (che, attraverso la fermentazione la convertono in zuccheri) estratti dall'intestino di una colonia di termiti del Costa Rica.

"In teoria - osserva Andreas Brune del Max-Planck-Institut per la microbiologia terrestre - grazie a questi batteri le termiti potrebbero convertire un foglio di carta A4 in due litri di idrogeno."

Per portare a scala industriale questo processo, ha aggiunto Eddy Rubin, direttore de Joint Genome Institute (JGI) del Dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, "bisogna individuare il gruppo di geni che ha gli attributi funzionali chiave nella demolizione della cellulosa, e questo studio ha fatto un passo in avanti essenziale in questo cammino." (gg)

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