venerdì 2 novembre 2007

Scontro a fuoco fra attivisti sentierra brasiliani e la Syngenta

La stessa notizia del post precedente, dedicato alla Syngenta, è stata data anche dall’International Herald Tribune. Riportiamo l'articolo per intero, dato il suo carattere documentariale

Due persone sono state uccise in occasione di uno scontro a fuoco: degli attivisti sono stati affrontati da uomini armati allorché i primi hanno invaso un’azienda agricola di proprietà svizzera che è stata un punto caldo nel dibattito sulle colture biotecnologiche, le concessioni relative e la società. Una guardia di sicurezza ed un attivista sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco domenica nell’azienda agricola di proprietà della Syngenta AG, una società multinazionale con un prevalente interesse sui semi geneticamente modificati. L’agenzia di stampa Agencia Brasil ha dichiarato che sono stati feriti quattro attivisti e altrettante guardie di sicurezza. I dettagli sullo scontro erano ancora poco chiari, ma il governo dello stato di Paranà ha dichiarato che sono state arrestate sette guardie, ipotizzando possibili imputazioni per omicidio. Come ha precisato il governo dello stato, la polizia il lunedì seguente era ancora all’esterno dell’azienda agricola per prevenire ulteriori episodi di violenza, mentre, come ha dichiarato il Movimento di Lavoratori Senzaterra (MST), gli attivisti –inclusi i membri dell’MST e il gruppo di Via Campesina- avevano sparato dei fuochi d’artificio al momento di entrare nella fattoria, e più tardi è arrivato un pullman con delle persone armate.

Ne sarebbe conseguito uno scontro a fuoco, sebbene –lo ha detto il portavoce della company svizzera Medard Schoenmaeckers- il contratto della Syngenta con la sua società di sicurezza richiedesse alle guardie di essere disarmate. Questi ha descritto l’episodio come “uno scontro davvero drammatico e violento, dal quale abbiamo capito che vi sono stati dei ferimenti mortali”. Mentre il governo nazionale brasiliano consente l’uso di semi geneticamente modificati per alcune colture, il governo dello stato di Paranà ha recentemente messo al bando il mais OGM e ha provato ripetutamente a far cessare le attività agricole della Syngenta. La portavoce del Movimento dei Lavoratori Senzaterra, Maria Mello, ha affermato che l’invasione nella Syngenta è stata parte di un’offensiva per colpire “le multinazionali nel settore dell’agribusiness la cui presenza in Brasile allontana nel tempo la rapida attuazione della riforma agraria”. Il gruppo intende anche “porre fine agli effetti nocivi dei prodotti geneticamente modificati e all’aumento della loro presenza in Brasile”, ha detto la Mello.

Il gruppo di sentierra, una forza politica consolidata in Brasile, fa uso dell’invasione delle proprietà private per pressare il governo affinché distribuisca le terre ai poveri. Via Campesina afferma di rappresentare i contadini poveri e le comunità indigene in 56 nazioni. Circa 300 attivisti avevano invaso la prima volta l’azienda agricola nel marzo 2006, abbattendo i cancelli e piantando tende per pubblicizzare il loro messaggio, secondo il quale la ricerca ivi effettuata sulla soia e sul mais OGM è illegale. Rimasero sul posto fino a luglio, quando la Syngenta vinse un ricorso per espellerli. “La società –ha dichiarato Schoenmackers- non ha mai fatto nulla di sbagliato o di illegale in Brasile”, ed è ancora in corso una decisione sul futuro della fattoria. Ha aggiunto che non vi erano dipendenti della Syngenta nel momento in cui si è verificato lo scontro.

La Syngenta è stata creata nel 2000 quando la Novartis AG e l’AstraZeneca PLC hanno fuso i loro agribusiness. Il sito web della società afferma che il 60% del mais e della soia da loro coltivati ha dei tratti genici modificati.

Lo scontro presso la fattoria della Syngenta è avvenuto proprio nei giorni seguenti ad un blocco ferroviario imposto da almeno 1’000 attivisti dell’MST, una tratta che viene usata per esportare ferro grezzo da un grande complesso minerario. Il blocco ha costretto la Companhia Vale do Rio Doca SA a rinunciare a carichi su nave per circa 250'000 tonnellate di ferro grezzo dall’Amazzonia ai porti dell’Atlantico, da dove sarebbero state imbarcate per tutto il mondo. Gli attivisti hanno rimosso il blocco ferroviario dopo che le autorità federali hanno acconsentito ad incontrarli questa settimana per discutere delle loro richieste, che vanno da una più celere riforma agraria ai lavori pubblici.

(Fonte: International Herald Tribune – da agenzia Associated Press)

Nessun commento: