sabato 10 novembre 2007

Se neanche il Prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama mondiale e persona di grandi doti intellettive, esula dal novero di coloro che sbagliano ad inquadrare la questione degli OGM, vuol dire che molto probabilmente esiste un deficit di comunicazione e di circolazione delle reali problematiche a causa delle quali milioni di contadini lottano contro la loro diffusione nel mondo. Succede ieri, nel TG1, quando -ospite in studio- viene intervistato sul ruolo della ricerca genetica per la lotta contro il cancro e si spende a favore della ricerca sugli OGM in agricoltura. Stimolato sull'argomento, Veronesi sostiene che non c'è motivo di essere contrari agli OGM perché non c'è nessuna prova della loro nocività (ma neanche, direi, una prova contraria), e già milioni di persone ne fanno uso quotidianamente. Dopodiché fa un esempio che taglia la testa al toro: è proprio grazie ad una modifica genetica in un batterio, ottenuta impiantandovi tratti genici umani, che oggi si può produrre insulina a basso costo per i diabetici.

Infatti il punto non è questo: la ricerca genetica è importante, non deve essere mortificata se i suoi scopi sono la salute dell'uomo e l'aumento della qualità della vita, anche perché la creazione di varietà artificiali è crossing genetico a tutti gli effetti ed è vecchia come l'agricoltura. Le varietà selezionate dall'uomo si sono rivelate in alcuni casi molto efficaci, dal momento che sono riuscite ad ottimizzare le caratteristiche di resistenza al clima in aree dove la coltivazione risulta difficoltosa, oppure a migliorare la resa dei raccolti, come ha fatto –con tecniche scientifiche ma tradizionali- Nazareno Strampelli all'inizio del Novecento. In molte parti del mondo, tuttavia, questo immenso patrimonio è stato spazzato via dalle varietà industriali, ed ora che se ne ha bisogno, non si cerca di recuperare quelle tradizionali ma si investono miliardi di dollari per crearne di nuove. Una ricerca genetica mirata, di qualità, controllata dal mondo al quale si rivolge –cioè da agricoltori e consumatori- sarebbe certamente auspicabile. Di comportamenti anetici, sleali, doppiogiochistici, di ipocrisia e avidità di potere e denaro non abbiamo proprio bisogno.

Il problema che nessuno tocca, quindi –neanche il grande Veronesi-, investe la sfera del potere delle società transnazionali che producono sementi OGM, e dei diritti dei lavoratori della terra. Usurpazioni, connivenze fra società private e governi, tensioni e violenze connessi a simili conflitti, violazioni di diritti, soggezioni economiche di popolazioni povere, finanche sterminio di comunità attraverso una radicale appropriazione delle loro terre ed un'infiltrazione massiccia di equilibri economici e sociali a loro estranei che disgregano la loro cultura. Nessuno, dal tubo catodico, si affaccia nelle case degli italiani per dire loro che, mentre il rischio patogenetico connesso agli OGM è solo un'eventualità per il futuro, gli enormi squilibri socio-economici portati dalle compagnie dell'agrobusiness sono un problema immediato e dilagante. Non ha senso spendere miliardi di dollari per una ricerca che riduce in schiavitù od annienta culture millenarie, soprattutto se queste ultime possiedono già una conoscenza sconfinata, sono custodi di una biodiversità che per l'uomo è solo un vantaggio e sono gli attori di un'agricoltura delicata, legata al territorio, naturale, intrinsecamente etica perché insegue i bisogni dell'uomo, non dei bilanci societarii.

Se al prof. Veronesi sta davvero a cuore la vita degli esseri umani, deve avere la consapevolezza che gli OGM non sono vita, e non lo saranno fin quando verranno seminati da mani ipocrite nel dolore e nel sangue dei poveri.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma lei è a conoscenza del fatto che Nazzareno Strampelli, da buon genetista dei suoi tempi, era solito provocare mutazioni genetiche nei suoi semi tramite l'irradiazione con i raggi UV? Come crede che sia riuscito ad ottenere tante varietà di grano in così breve tempo?
Non definirei affatto il trattamento UV una "tecnica naturale", cosa ne dice?

Chicco ha detto...

Gentile agronomo,
apprezzo che il suo indignarsi, dal momento che viviamo in una cultura del disimpegno, e questo Le fa onore. Colgo anche l'occasione per ringraziarLa della Sua visita sul nostro blog, che spero a breve trasmigri in un vero e proprio sito di informazione. La notizia che riporta mi giunge nuova; anzi, Gliene posso fornire una esattamente contraria: in un sito dedicato ai celiaci, alla pagina (http://www.ccsnews.it/dettaglio.asp?id=3041&titolo=CELIACI,%20OVVERO%E2%80%A6GENETICAMENTE%20MORTIFICATI), si trovano notizie molto circostanziate, senta qui: "un bel giorno del 1974, il Professore Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, (attuale presidente dell’Accademia delle Scienze) con un gruppo di ricercatori del CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) indusse una mutazione genetica nel grano duro denominato “Cappelli”, esponendolo ai raggi gamma di un reattore nucleare per ottenere una mutazione genetica e, in seguito, incrociandolo con una varietà americana. Dopo la mutazione, il povero grano era diventato “nano”, mostrando differenze, in positivo, in caratteri come la produttività e la precocità nella crescita". La varietà ottenuta era il Creso, con la cui farina -continua l'articolista Elena Brinchi- si prepara circa il 90% della pasta venduta in Italia. Gradirei, a questo punto, che ci mettesse a conoscenza della Sua fonte; il nostro dovere di divulgatori lo impone.
Cordiali saluti,

Francesco "Chicco" Panzetti

Anonimo ha detto...

blog di informazione...parola un po' grossa, scusate. Gli studi riguardanti la tossicità, la nocività e in generale problemi di salute legati al mondo OGM esistono da quando esite l'ingegneria genetica. Avere il controllo su ciò che si fa e avere la piena approvazione dalle associazioni da cui poi il tuo prodotto dovrà essere vagliato per il mercato (ad esempio la food and drugs administration negli USA) sono temi di primaria importanza, perchè ricordo che non si fanno OGM per giocare agli scienziati pazzi, ma per ottenere prodotti competitivi e vantaggiosi per chi li produce, chi li coltiva e chi li acquista. Non avete idea quali e quanti esami un trasformato OGM debba passare per poter essere immesso sul mercato. E non avete idea di quanti studi abbiano da tempo comprovato che la "nocività" e "pericolosità" degli OGM sia nent'altro che un falso scientifico, una leggenda metropolitana, e una manifestazione del timore verso ciò che non si conosce da parte del pubblico disinformato.

Chicco ha detto...

Gentile Kakashi,
ringrazio anche Lei per aver lasciato il commento sul nostro blog. In un blog l'informazione la si fa in due: il proprietario da una parte, e il pubblico dall'altra. Per questo siamo molto lieti del Suo intervento. Mi pare di capire che sia del ramo, da come parla; le andrebbe di scrivere per noi un post di approfondimento su quanti e quali test un OGM deve passare prima di essere immesso sul mercato?
Vorrei però precisare il pensiero espresso nel mio articolo, poiché mi sembra che sia stato travisato (colpa senz'altro mia). La mia posizione non è contro gli OGM in assoluto, anche se mi deve permettere di non essere molto fiducioso nei confronti dei rapporti fra controllati e controllori. Quel che il nostro giornale vuole cercare di porre all'attenzione del pubblico è l'aspetto che tutti sembrano ignorare: cioè che molti popoli nel mondo (destinatari e vittime delle politiche degli OGM, che sono altro, ci mancherebbe, dagli OGM in quanto tali) non ne hanno bisogno. La spinta verso gli OGM da parte del mondo industrializzato sembra allora assumere i foschi contorni di un ennesimo principio di superiorità post-coloniale, che risponde al principio "noi sappiamo di cosa avete bisogno, e voi no". Io lascerei decidere a loro, e soprattutto ascolterei le loro ragioi. Anche perché finora nessuno lo ha fatto. Sono popoli che non hanno voce, né scelta. Li abbiamo combinati ben bene: se rimangono della loro sono arretrati, se vengono dalla nostra, li rendiamo schiavi di meccanismi economici perversi. Tertium non datur. Ecco: noi vorremo uscire da questa empasse.
Lei mi potrà controbattere: "ok, a loro non servono, ma nel nostro sistema produttivo sono ormai necessari". Le risponderei: "preferisco pensare a cambiare il sistema produttivo".
Aspetto Sue notizie.

Anonimo ha detto...

molto bene...
effettivamente sono del ramo, e non mi spiacerebbe avere l'occasione di motivare approfonditamente ciò che penso e che ho solo accennato nel mio intervento. Tuttavia l'argomento "test su un prodotto GM prima della sua commercializzazione" è un argomento sconfinato, e purtroppo anche molto tecnico. Per capirci...è qualcosa che potrei illustrare parlando per tre-quattro ore coadiuvato da una presentazione che mostri immagini, dati, statistiche e schemi. Se cercassi di riassumere in un articolo rischierei di risultare vago, confusionario e difficilmente comprensibile.
Per quanto riguarda le applicazioni future dei prodotti GM, senz'altro non si trova solamente una facciata buonista da "risolviamo i problemi del terzo mondo", perchè se davvero ci fosse la volontà, questi problemi sarebbero risolvibili già adesso. Il mercato OGM è per la maggior parte pensato e ideato per una commercializzazione e utilizzo nei paesi industrializzati, dove appunto c'è mercato. Ed è in questo ambito che gli OGM mostrano la loro vera forza. All'interno di una visione di sviluppo sostenibile, l'agricoltura tradizionale non si può innestare. tantomeno quella biologica. La coltivazione di piante ingegnerizzate sono la naturale evoluzione di un processo produttivo (attuale) che mira alla produzione massiva senza preoccuparsi dell'impatto ambientale di ciò che facciamo. In questo scenario l'OGM subentra per abbattere in primo luogo l'impatto ambientale dell'agricoltura, ed i limiti a cui le coltivazioni tradizionali ci hanno abituato. (tant'è vero che le piante GM attuali non prevedono in maggioranza modifiche ad esempio sulle proprietà nutritive del frutto, ma offrono resistenza a parassiti ed erbicidi che rendono inutile l'uso massiccio di prodotti chimici di varia tossicità durante la crescita delle piante).
le possibilità "terzo mondo" sono comunque presenti ed attive. L'esempio più eclatante è quello del Golden Rice, e grandissimi benefici potranno essere a portata anche delle popolazioni meno ricche in un'ottica più estesa riguardante i molteplici utilizzi dell'ingegneria genetica delle piante. Un esempio per tutti quello dei vaccini "da coltivare" (non se se ne avete mai sentito parlare).

Bene...io il mio sassolino nello stagno l'ho gettato.

Chicco ha detto...

Beh, potremmo pensare, se Lei è d'accordo, ad un dossier da far scaricare in formato pdf; oppure alla redazione di un confronto fra le ragioni del genetista e quelle di chi riporta le ragioni dei contadini del mondo povero. Per capire su quali piani si deve impostare correttamente il discorso sugli OGM.
Non appena saremo online in versione definitiva, questo sarà possibile; per il momento, continui a seguirci e a pungolarci con altri sassolini!
Grazie!
Cordiali saluti,
Chicco e il resto della redazione

Camilla ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Camilla ha detto...

Ciao Kakashi!!
sono contenta di vedere che hai accettato il mio invito!!!
Spero che la tua collaborazione continui profiqua :)

A presto,
Camilla
(Stellabrilla)

Anonimo ha detto...

Mi sono appena resa conto di aver scritto proficua con la Q!!!!!! O__o"