domenica 7 ottobre 2007

L'America Latina agricola si muove contro lo sfruttamento minerario

E' di questi giorni (5 ottobre) la notizia che il 18 settembre in Ecuador, nella città di Loja, si è tenuto un incontro delle associazioni per la vita e contro lo sfruttamento minerario a grande scala fatto dalle società transnazionali. L'assemblea ha prodotto considerazioni e risoluzioni di grande importanza, che permettono di comprendere la gravità del problema nell'America Latina ma anche le difficoltà patite a causa di questo fenomeno da parte dei contadini, nonché il loro desiderio di riscatto e la capacità che hanno di proporre una diversa programmazione economica basata su uno sfruttamento del territorio ecologico e sostenibile.
Le popolazioni locali hanno dovuto subire le alterazioni alla loro tradizionale economia dovute all'arrivo dei grandi gruppi industriali che hanno sottratto braccia all'agricoltura senza aver offerto prospettive migliori, nonché inquinando e compromettendo il territorio con le proprie attività, che hanno spesso una portata gigantesca. Le comunità sono state disgregate, e i gruppi di protesta sono stati criminalizzati e perseguitati. Le conseguenze nefaste delle attività esplorative od estrattive hanno investito la sfera dei diritti collettivi, la stabilità dei bacini idrici, la biodiversità, la produzione agricola e in special modo granaria in tutto il continente.
Come al solito, l'America Latina dimostra di riuscire a pensare ai propri problemi in una prospettiva continentale, unitaria, che è certamente una delle più grandi risorse umane della politica e dell'azione civica e sociale di questa parte del mondo; al contrario, l'Europa, che ha innescato oramai da mezzo secolo un processo di unificazione dall'alto, non riesce ad attivare analoghe dinamiche anche dal basso, dove la secolare storia di divisioni etniche o nazionali ha la prevalenza sui tratti comuni.
Per il momento le associazioni di protesta sono riuscite a fermare alcune delle attività minerarie; del resto, queste ultime costituiscono una realtà molto antica nel continente, per cui anche la coscienza e la sensibilità delle popolazioni a questo tema è alta. Ciò ha portato, per esempio, il 18 settembre, in Perù, ad un voto popolare attraverso il quale i cittadini dell'area interessata hanno espresso il loro dissenso alla costruzione di un nuovo impianto minerario, sebbene il governo locale ha dichiarato di voler delegittimare questa espressione di volontà popolare.
Le associazioni chiedono la nazionalizzazione delle risorse naturali strategiche, al fine di sottrarle allo sfruttamento da parte delle società transnazionali, che esercitano attività completamente deregolamentate; l'impulso ad una politica nazionale incentrata sulla sovranità alimentare ed un'economia solidale ed ecologica legata alle risorse rinnovabili del territorio; la sospensione delle attività minerarie; dichiarare il Sud dell'Ecuador in mobilitazione permanente, il che significa fare campagne di sensibilizzazione verso la popolazione, sviluppare il mandato sociale per la costituente, includendo anche una discussione democratica sul problema; e fare del Fronte di Resistenza Sud una piattaforma per il recupero della sovranità popolare basata su solidarietà, equità e uso sostenibile delle fonti naturali; infine, mobilitare a livello subcontinentale le altre associazioni che combattono lo stesso problema.
Ancora una volta le popolazioni povere vengono fatte oggetto di politiche aggressive da parte di compagnie private con la connivenza degli organi dello Stato, senza essere consultate né rese partecipi. Ancora una volta l'agricoltura paga lo scotto nei confronti di altri tipi di attività produttive.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il lato buono della cicerchia!!!!!
http://www.solofornelli.it/27102011/la-cicerchia-un-elisir-di-lunga-vita-purtroppo-quasi-dimenticato/3727